Scampando alle meccaniche del mondo
- i denti dell’ordigno fanno scempio
di me se non m’accorgo dell’imbroglio –
lo scoglio della doverosa tregua
per spaccare l’ apnea dei turbamenti,
offre occorrenza per trafugare
ai tuoi occhi la scorsa dell’intesa.
Cos’è l’autentica vita? Smarrita
orma sull’infattibile, discorso
interrotto, frammentato sentiero.
“Dove?”Mi chiedi ansando.
“Oltre!” Rispondo stanco. Quali segni
siglano confine all’altrove, scritti
da un dio distratto che scombina le carte
del solitario quotidiano gioco.
Raccolgo la contesa, spero, alto
sulla bufera di voci sconvolte,
le tue piccole mani che carezzano
erica di passione nel silenzio
che tritura ogni aspra ipocrisia.
“Dove?” Ancora domanda appesa:
laddove l’inquietudine combina
ogni possibile aritmetica interiore.