lunedì 3 luglio 2023

Vangelo e interiorità 5 - Sentire

 


Quinta tappa del cammino di ricerca e riflessione 'Vangelo e interiorità'. Lo sfondo offerto è sul capitolo 10 del vangelo secondo Matteo.

sabato 24 giugno 2023

Vangelo e interiorità 4 - Vedere


 Quarta tappa del percorso di ricerca 'Vangelo e interiorità'. Mi sono volutamente soffermato sul verbo vedere come punto di partenza per osservarsi e osservare.

venerdì 23 giugno 2023

Sì, è assai complicato


Sì, è assai complicato

Lasciar scorrere, è scacco

Alla ragione, non buon tema,

È scommettere come questa

Poesia che addensa                                             5

Nel pomeriggio afoso

Mentre disciolgono le attese

D’uno sperato temporale

Nella prossima sera.


 

giovedì 22 giugno 2023

Vagabondi del desiderio

Ecco una sfida. Essere vagabondi del desiderio, come ha scritto Michel de Certeau. Espressione suggestiva e stimolante, se mi rendo disponibile alla riflessione e non mi soffermo sulle prime impressioni. I cristiani dovrebbero divenire vagabondi del desiderio. Bello. Il vagabondare permette di vivere senza confini, di assaporare la dimensione planetaria della vita, di sperimentare la libertà nello Spirito. Il pericolo è che potrebbero risuonare come frasi fatte o slogan per vendere una settimana full immersion utile  allo sviluppo del proprio potenziale umano. Il Vagabondo del desiderio per eccellenza, nell’ispirazione di de Certeau, è Gesù di Nazaret. Il Vangelo non ha nulla di commerciale, anche se talvolta lo riduciamo ad una proposta che deve allettare. Non è questione di marketing, e l’ho già anche scritto. Non è nemmeno una proposta, ma uno stile di vita, una chiamata all’impegno del cammino con un riferimento inequivocabile: il Risorto.

Per meglio rendere lo spessore delle affermazioni, rielaboro alcuni spunti tra da un articolo di Christian Bauer pubblicato sul sito Leggere i segni dei tempi curato da don Paolo Zambaldi. De Certeau suggerisce come un vagabondo del desiderio può accompagnare gli altri lungo un cammino di fede. Il vagabondo è mosso da Gesù, ispirato da Lui come guida nella ricerca di una vita buona e positiva educandolo alla bellezza del Vangelo come risorsa che promuove al Bene dell’esistenza in questo mondo. Questa dovrebbe essere pensata come una vera e propria ricerca mistagogica rivolta all’esterno, un cammino di scoperta vocazionale esigente, come esigente dovrà essere la Chiesa dei prossimo anni e una teologia rinnovata nella serietà e nell’impegno.

 

martedì 20 giugno 2023

Anima e smarrimento 1


‘Il mio scopo era quello di presentare la psicologia spirituale come l'elemento che poteva riconciliare, nel nostro tempo e nei nostri luoghi l'opposizione tra Grazia e sforzo personale. Al di là della passività del teismo da una parte, e dell'automanipolazione psicologista dall'altra, esiste l'atto del ricercare. La ricerca, nel vero senso è la proprietà di una parte della mente, del sé, che né la moderna psicologia né la religione istituzionale riconoscono.'

Jacob Needleman, L'anima smarrita, Cens 1988

La citazione di cui sopra l'ho estrapolata da un volume che ritengo fondamentale per la mia biografia spirituale. Il libro ha una sua storia, come oggetto caduto in mio possesso, e venne acquistato mosso dalla dinamica del contagio interiore oltre che stimolato dalla curiosità. Lo vidi nella libreria di una caro amico e compagno di ricerca. Venni sollecitato dal titolo. Lo comperai e lo lessi. Oggi, dopo oltre trent'anni, sono tornato a leggerlo scoprendo intrecci fondamentali per il lavoro su di sé (espressione tecnica che ritrovo anche nell’ebraismo). Il testo venne tradotto e curato dal Centro di Studi Ecumenici Giovanni XXIII fondato e diretto da David Maria Turoldo. Lo stesso centro, e casa editrice, hanno pubblicato titoli di Giovanni Vannucci. Padre Vannucci, che sto scoprendo e amando, mi aiuta a camminare lungo i sentieri del lavoro su di sé/ricerca interiore/spirituale e del dialogo interreligioso, poi l'epistolario con Maria di Campello...ma vedremo, dove lo Spirito mi vorrà condurre.

La citazione di Needleman, che va sempre accolta con attenzione al contesto di una trattazione articolata, offre spunti interessanti per le tematiche teologiche, spirituali e filosofiche che sto affrontando durante questi ultimi mesi. E' la scoperta, affascinante del tertium non datur, della possibilità dell'andare oltre, il transito sull’altra sponda alla luce del monismo relativo che sta elaborando padre Paolo Gamberini, con uno sguardo aperto e accogliente sul mondo dell’oriente filosofico dell’advaita vedanta e di Shankara. I nomi che mi ispirano sono molti. Lo ammetto. Primo tra tutti in senso cronologico padre Henri le Saux con un testo sul quale spesso medito e che mi accompagna da anni: Il Padre Nostro, un cammino iniziatico (Servitium). Raimon Panikkar, Jules Monchanin, Bede Griffiths, Thomas Merton (per il dialogo con il buddhismo), senza dimenticare le mie origini, il mio alfa e omega: la Parola Gesù di Nazaret, la Bibbia, il Talmud...a Dio piacendo tornerò sul tema dello smarrimento.

 


 




lunedì 19 giugno 2023

Memoria Passionis: alcune brevi reazioni

‘Chi mi è vicino è vicino al fuoco. Chi mi è lontano, è lontano dal Regno di Dio’ (Vangelo di Tommaso, loghion 82)

Il Vangelo è fuoco. Infiamma e brucia senza consumare. Quando sale dal profondo scuote le membra ridestandole dal torpore dell’abitudine, È il tormento che vale la pena vivere. Il grigiore della quotidianità e le comodità dell’abitudine rimangono erose dalla forza di parole che scrivono nella carne la Verità della conversione. Mi domando perché ci ostiniamo nella pretesa di addomesticare il messaggio rivoluzionario di Gesù di Nazaret? Perché facciamo così fatica a riconoscerlo come il Cristo di Dio?

            Il Vangelo brucia. Il Vangelo espone al pericolo, ma meglio correre questo rischio piuttosto che rinnegare e tradire la Parola scadendo nel disimpegno solo per piacere del politicamente corretto e del ‘si è sempre fatto così’. Come il fuoco brucerà il ceppo, non lo posso prevedere.

 

‘Nel corso di questo metter da parte il Cristo pericoloso sorge un cristianesimo – e non lo dico come denuncia, ma con un velo di dolore e perplessità – sorge un cristianesimo simile ad una religione borghese della patria (Heimatreligion), libera dal pericolo, ma anche dalla consolazione. Perché un cristianesimo innocuo e non minaccioso non consola’ Johann Baptist Metz, Memoria Passionis, pag 136.

 

Il problema è che il principio di questo mettere da parte comincia sempre dentro la chiesa stessa quando cessa di essere Chiesa di Cristo, dunque il suo Corpo. Una chiesa da televisione, da facciata, nazional popolare, da strapaese, sempre pronta al compromesso pur di garantirsi un potere, distratta dalla sete di redenzione, attenta alle povertà per convenienza partitocratica, non annuncia più il fuoco del Vangelo. Solo un forte esercizio della consapevolezza e una seria ricerca nella spiritualità può aiutare a vivere le fiamme ardenti della predicazione e diffondere nell’etere ammorbato della contemporaneità il sano contagio della Parola. Facciamo memoria della Passione non con sentimentalismi nostalgici o retoriche esumazioni tradizionaliste, ma lasciandoci possedere dal Signore della Vita, Colui che rende nuove tutte le cose.

domenica 18 giugno 2023

Evangeliario minimo 1


Quanto è stanca la folla che m’assedia,

quella che mi porto dentro?

Quanti falsi pastori, ladri e briganti

Urlano come imbonitori

Di mercanzie scadute e stantie?

Le creature sono sane, canta la Sapienza,

E allora da dove i malanni che tormentano?

Riconoscermi operaio nella messe,

Lavoratore nel campo dell’uomo,

Non è un meccanismo che scatta,

Ma affare di battesimo e vocazione,

Questione d’umiltà che per gustarla

Devo prima guarire per mano

Del Medico di anime e corpi.


 

sabato 17 giugno 2023

Vangelo e interiorità 3


 Con questo video sono arrivato alla terza tappa del cammino di ricerca che mi sono prefigurato di condividere.

sabato 10 giugno 2023

Vangelo e interiorità 1



Buongiorno, con questo primo video do inizio ad un appuntamento settimanale dal titolo 'Vangelo e interiorità'. Cercherò di essere regolare nella pubblicazione dei contenuti sperando di incontrare interesse e confivisione.

venerdì 7 aprile 2023

Passio

Passio



ti sei fatto pane

un pane ruvido

di farina grezza

cotto nella fornace

di questo mondo

dopo una vita di passione

 

ti sei fatto vino

corposo e forte

spremuto da mani

ruvide di quotidiano

per l’arsura d’amore

che mi abbatte

nella distretta

 

nel sepolcro

sei rimasto a fermentare

luce viva

penetrare tenebre

partorire redenzione

strappando alla morte

anime incatenate

 

e cosa per me

se non contemplare

sgomento

il tuo darsi oggi

ancora nel rifiuto

ostinato

crocifisso risorto


 

domenica 2 aprile 2023

Omelia per la Domenica delle Palme e della Passione del Signore

 

Nemo contra Deum Nisi Deus ipse


Perché Gesù deve morire in croce?

Perché Gesù si abbandona alla volontà del Padre? Perché Gesù viene castigato per i nostri peccati, era la risposta che mi veniva data fin da quando ero bambino. Poi ho compreso che è una cristologia spicciola, ingessata dentro comode formule ed assiomi, una catechesi da mettere a memoria, ma altro rispetto alla potenza del messaggio d’amore che erompe da questa settimana e da ogni settimana dell’anno liturgico. Non posso nemmeno negare la marcatura amartiocentrica di questa concezione che rimane sempre riduttiva con il rischio di arrivare a sostenere che tutto il resto non conta nulla o rimane solo una fin troppo veloce preparazione.

Non è un dire facile, lo ripeto. Un parlare in maniera appropriata perché genera equivoci ed incomprensioni teologiche per non parlare di come oggi viene recepito e, troppe volte, ridotto ad immaginetta se non deriso.

Quando mai un padre esige la morte/castigo di un figlio come riscatto per le offese subite a causa delle colpe di altri? Seguendo questo argomentare altro non si giunge alla visione titanica evocata dalla massima nessuno contro dio se non Dio stesso. Ma anche qui occorre uno sforzo di comprensione, occorre andare oltre.

Che cosa posso/possiamo dire di avere compreso di Dio? Sempre che Dio lo si possa capire, e su questo argomento lla Scrittura subito mi pone immediatamente in scacco mettendomi davanti la totale alterità di haShem/Elohim/Adonai/Jod rispetto al pensiero umano. La sapienza biblica, riguardo questa presunzione è cristallina e rigorosa…non comprendo, mi trascende, mi avvolge, mi riempie e sazia, mi tritura nel silenzio, per poi sempre sfuggire sottraendosi nel gioco di innamoramento e amore.

Oggi, dopo le burrasche teologiche e le passioni filosofiche, posso tranquillamente sostenere che l’unica via per vivere la Pasqua è l’abbandono. E’ lasciare dio per Dio come insegna san Francesco di Sales e pregare affinché Dio mi liberi da dio, seguendo la severa ricerca battuta da Meister Eckhart.

Ma che cosa significa tutto questo, qui, davanti al Signore/Adonai che si abbandona, che resiste e si arrende (Bonhoeffer), che si consegna a questo mondo e alle sue tenebre?

Come spesso dico, perché lo credo, il Vangelo deve servire a qualcosa. Deve provocare in me la rivoluzione dello Spirito. Mi deve risvegliare. Meglio ancora: dovrebbe provocare tutto questo perché il condizionale dice tutta la debolezza limitante della nostra condizione umana, condizione che Gesù ha assunto e redento andando fino in fondo nella scommessa.

Guardare al grande mistero della Passione mi mette sempre in crisi perché non posso rimanere un semplice spettatore, uno che si limita ad assistere evitando ogni forma di coinvolgimento. Durante questa settimana, giorno dopo giorno fino alla Cena del Signore, dentro lo sgomento del Venerdì Santo, per il grande e vuoto silenzio del Sabato, fino alla luce della Pasqua e per sempre, Gesù mi prende per mano, se mi concedo, accompagnandomi nell’abbandono come ha fatto Lui, chiedendomi di seguirlo con fede fino alla nuda visione della morte, attraverso il suo buio per andare oltre, perché questo vuol dire Risorgere come Figli di Dio.

Lazzaro è tornato dai morti, rianimato per andare indietro come l’attaccamento di Marta e Maria implorava che avvenisse per umana disperazione di fronte al trapasso. Gesù va oltre la porta. La abbatte, la calpesta e mi chiama a fare altrettanto facendosi preghiera incessante dentro di me nel sublime silenzio dell’attesa che la mia/nostra Pasqua accada.

Buona Settimana Santa.

don Massimo