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Mi sono scaricato praticamente tutti
gli episodi di Montalbano, ma chissà perché, quando tento di vederne uno, non
arrivo mai alla fine senza cadere in un sonno profondo.
Cosciente dell’azione piratesca, mi beo
di possedere pressoché tutto quanto prodotto per la televisione da riguardare
quando non ne posso fare a meno.
Perché Montalbano? Chiede mio figlio
notando con quanto zelo ricerco gli episodi che mancano.
Non so…Mi piace!
Solo per questo?
Non basta?
Vorresti essere come lui?
In che senso?
Bello e pelato! Sai che spaccano quelli
col cranio rasato?
Ma cosa dici?
Hanno il pisello grosso!
Lo caccio stanco delle sue sparate,
domandandomi come mai a diciotto anni compiuti non riesce a mettere un pizzico
di sale in quella zucca bacata. E’ bravo, a scuola, d’accordo. In troppi me lo
fanno notare. Studia, a differenza dello stuolo di fancazzisti che c’ha
attorno, ma in casa…Con la sorella è sempre una lotta a coltello. Con noi
genitori quando va bene, una questione dietro l’altra fino. Quando va male,
liti durante le quali se ne esce con una filippica di bestemmie da fare paura.
Forse in quei momenti vorrei essere Montalbano e rifilargli due cartoni per
farlo tacere.
Già, perché Montalbano? La sua domanda
non è poi così fuori luogo. Qualche romanzo me lo sono letto anche se ho dovuto
non poco litigare con la lingua di Camilleri. La fiction è diversa. Oltre a
sentire vedi e le idee che ti sono rimaste ingarbugliate, si chiariscono tra in
colori della bella Sicilia.
Comunque, non so quale arcano mi lega a
questo personaggio. Saranno i modi rudi e sbrigativi, il fascino degli incontri
femminili che fa, l’esotismo…Bella questa! Da amante strenuo della mitteleuropa
quale sono, mi rendo conto di vivere una contraddizione da non ridere. Austria
felix…Sicilia? Devo ammettere che dopo aver letto Tomasi di Lampedusa, mi sono
trovato davanti ad un autore europeo, malgrado l’isolamento che lo scrittore
visse pressoché per tutta la vita. La dimensione umana e intellettuale spesso
trascende gli angusti limiti del mondo che ci siamo costruiti attorno. Ero
ancora al liceo, quando incontrai “Il gattopardo”: ormai è storia patria.
Forse il motivo rimane dettato
dall’attrazione per quanto radicalmente diverso. Sarà, ma non mi convince. In
Sicilia fa caldo anche d’inverno, per i miei parametri meteorologici. Vogliamo
mettere con le Alpi? Dai! E poi il cibo…Un attimo! Proprio settimana scorsa mi
sono comprato una scatoletta di alici alla siciliana per emulare Montalbano e
la sua passione per il pesce cucinato in tutti i modi.
Questa è roba da uomini? chiede mio
figlio, mentre ceniamo.
E’ da due giorni che fa il filo alle
tue alici, dice mia moglie.
Allora? Rimbrotto seccato dalla
scoperta.
Apritele e mangiatele, conclude lei con
tono pontificale. Facile. Non lo so spiegare, ma di certi cibi sono geloso
oltre che goloso. Potrei capire si fosse trattato di una porzione pregiata di
bettelmatt o un introvabile tocchetto di pian du stich, o magari qualche
pecorino particolarmente raro, quelle chicche che ti vende solo Moroni a Novara…No!
Una confezione di alici alla siciliana con erbette tritate e gonfie d’olio
extravergine acquistate al supermercato con invereconda facezia. Il meglio, per
un montanaro impenitente che ama i salumi tosti, la polenta alla vigezzina
(quella con uovo e pancetta), i vini corposi come il Prunet. Montalbano si cala
bicchieri di Corvo bianco. Quando lo fa, sento la saliva schiumarmi in bocca.
Qualche giorno me ne comprerò una bottiglia per vedere che effetto provoca
tracannarselo freddo di frigo. Il guaio è che mia moglie non beve quasi più
niente e fuori dal terrazzo di casa mia non risacca il mare nella notte.
In fine apro la scatoletta e mi degusto
il contenuto con mio figlio. Una goduria, non ai livelli di una buona bagna
càuda, ma di tutto rispetto. Piccanti quanto basta. Sapide.
Ecco quello che succede quando cedi
alla tentazione di lasciarti prendere troppo da un fortunato personaggio
televisivo. L’emulazione è sempre in agguato alla mia porta.
Allora, papà…perché proprio Montalbano?
E’ tornato a chiedere mio figlio con la sua insistenza tardo adolescenziale.
Lo guardo togliendo gli occhi dallo
schermo dove mi sto sparando uno dei tanti episodi scaricati. Devo rispondere
per forza? Chiedo a me stesso.
Non lo so! Dico poco convinto
dell’allocuzione scelta.
Vedo che ti piace davvero!