S’ingarbugliano nell’immoto indugio
fatti e parole: nell’attesa vuota
improvvise schioccano le vedette
del cuore: stemperano le balbuzie
nel fulgido baleno.
Punge il turchese nell’algido cielo
mentr’io rincorro diafani fantasmi
nel frizzante mattino. Il cantare
modulato permane sopra neumi
di diuturna assenza.
ci piace, assai!
RispondiEliminaMi posso anche sbagliare, lo ammetto, ma questi versi traspirano e respirano di trafitture luziane intrecciate con un poco di improvvisi ungarettiani. Suadente, comunque.
RispondiEliminaNon so dirti aggettivi che finiscono in ate o ure o iani...ma mi piace tantissimo...un tono sopra tutto anche se breve. Grazie Prof. buona domenica.
RispondiEliminaCiao Massimo, è sempre un piacere leggerti.
RispondiEliminaBuon sabato!
Lara
Cultura vissuta per esprimere sentimenti puri.
RispondiEliminaUna bella poesia,che esprime sentimenti profondi.
RispondiEliminaQuando l'attesa si tramuta in assenza c'è un velo di malinconia che avvolge il mattino.
RispondiEliminaUn abbraccio