Per giorni e
giorni ho esercitato l’arte del pensiero, ho volato i miei voli, ho viaggiato i
miei viaggi rinunciando, quasi per pudore, al gesto di scrivere.
Ho sognato un
sogno, lungo e languido, a momenti flaccido, ma ci sono momenti in un sogno,
quando le libere associazioni, l’immaginazione sfrenata e disinibita, prende il
sopravvento sulle tremule leggi che la consapevolezza cerca d’incidere sulle
tenere fibre dell’essere?
Ho sognato un sogno e gli incubi si sono
mantenuti lontani come nuvole minacciose e nere di tempesta, e l’ansia di
vivere s’è dissolta come ghiaccio al sole cocente.
Ora, orso come
pochi, vago tra le sensazioni rimaste, come un sopravvissuto alla strage immane
del quotidiano, quella che straccia vite programmate e getta nella nudità dell’estasi.
Sembra che il
grande burattinaio stia ancora dormendo dopo la scorpacciata d’anime innocenti
e l’ebbrezza polifemica donata dal vino forte. Alito da mangiafuoco, spirito da
barbablù, demiurgo stolido che usurpa il trono all’Assoluto…l’occasione non
deve andare smarrita, quando l’angelo chiama alla rivolta.