Poche
parole,
la
matita spuntata
dalla
stanchezza
non
riesce a trattenere
le
emozioni
e
solo il tempo che scivola
scrive
il diario della passione.
Nel
malessere rintraccio
il
sentiero originario
spesso
interrotto
da
gradevoli radure.
Li
il riposo è d’obbligo
ed
è in quel silenzio
che
mi domando perché
il
Signore è sempre
in
collera col sottoscritto.
Sarà
che mi sono convinto
di
non piacergli se non
di
ripugnarlo, ma è in quella
pace
che trovo la dignità
d’essere
un insetto tra i tanti
che
pullulano il pianeta:
questo
è il nuovo inno
al
sacrificio che canto.