mercoledì 22 febbraio 2012

E' sera


Novara - Via san Gaudenzio (foto Massimo Caccia)

E’ sera, ormai, tenebra crespa e taciturna
sospesa tra rade luci grigie di stanchezza.
Novara si ferma in qualche passante ignaro:
sono veramente  rari i volti quanto troppe
le facce dure di pietra e così smunte di vita.
Sarà l’indifferenza, dico, magari l’estraneità
che avverto montare languida, una marea
oscura d’abbracci muliebri che asfissiano
ogni entusiasmo nel sopore del conformismo.

Aspetto. Scruto la prospettiva ricurva
di via san Gaudenzio riflettersi nel porfido
lucido di gelo.  Il freddo finalmente
di stagione accompagna quest’ultima decade
di febbraio, mentre s’ostina a pungere:
m’accorgo, contandoli, dei giorni trascorsi,
ecco perché ora, qualche essenziale pensiero
prima di tornare, si, senza rimpianto
nella sfericità infinita dell’eterno.

2 commenti:

  1. La sera, chiude la linea del giorno. Chiude lo spazio temporale e atemporale
    dell' anima. E' in quel micron di spazio o forse di vuoto che separa la fine delle attività umane da quelle del riposo e si entra nei territori dei pensieri, ecco che tutto diventa più percettibile e leggibile. Si legge o forse ci pare di leggere nei volti dei rari passanti, che proprio perchè sono rari, e non possono sottrarsi al nostro sguardo indagatore, lo spigolosità diuturna dei volti, speculare forse al nostro volto, ma anche forse al nostro ego. Ecco che tutto il manifestarsi palese delle relazioni umane, comprese quelle sentimentali, ci possono apparire ridontanti di quell' umano, scontato ed asfissiante entusiamo forse è un soporifero conformismo.
    Chiudo qui.

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  2. bellissime riflessioni Massimo: quante volte ho contemplato anch'io le stesse luci grigie di stanchezza e desolazione, seppur ad altre latitudini!!!

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