Sarà la preoccupazione di scrivere brutti versi,
lo scoglio all’immaginazione poetica, volubile
ingombro che trasale lo smacco di creare liriche
patite e zoppe dove si narrano battute d’anime
smarrite. Spesso arretra la metrica indagata
sugli usurati banchi di scuola e mai smaliziata
come palpito di vita affrancando turbamenti
che vociano i disaccordi dell’ansia. La retorica
eccede sporcando il fervore paziente sull’armonia.
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