Sera di parole morte volano nulle
in vuoti d’anime sospese e mute,
bestia braccata ferita vago solo
con occhi scuri di pianto perché
soffro male dentro quando forte
livore trabocca impossibile pace.
Scrivo versi nella risacca
d’umori
che sbracano voglia di vivere
dall’enfasi spianata d’emozioni,
brullo attorno di presagi il
mondo
chiude giorni uguali di noia
marcia
tediosa:
eppure, cavaliere indomito
proseguo guerra d’amore per te!
E poi, poi
quando su lame di luce
opache trame cadono sotto colpi
ferali frugo brandelli di plasma
emotivo deterso dall’inclemenza
e poi, poi ancora nembi che
aprono
su spazi d’infinito vagabondare
acque gelide di fusione, atomi
di speranza carichi per reagire
spleen in ogni neurone
d’attesa.
Dall’alto scendono gocce bianche
in vapori tattili cosicché,
studio
il sublimare nelle storte
interiori
del liquido che spumeggia estasi:
fuori tutto diviene fiume piena,
dentro permane statico cuore.