Mi muovo in un mondo che sembra
acquitrino oscuro, dove il garbuglio della vegetazione costringere ad inciampi
continui. La condizione è dura, su questo santo pianeta purgatorio. Come
potremmo salire in alto, senza troppo fare il verso al Qoèlet, così potremmo
essere precipitati in basso: e per la sventura di quali colpe, poi? Perché
questo è il problema, la tanto vexata quaestio.
Sotto l’ombra delle idee. Come si
sbarca il lunario? Quali conti siamo costretti a fare con un oste non sempre disponibile
alla contrattazione quando noi umani, troppo spesso, siamo pessimi negoziatori
di salvezza? Chissà se esiste un manuale o prontuario che dir si voglia, dove
mettere a mente quattro regolette fondamentali per non venire colti
continuamente in castagna?
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RispondiEliminaNon ci sono colpe nel Qohelet, poiché non c'è redenzione alcuna. Dio (sempre ha-Elohim, mai Adonai) è un Deus absconditus che non entra nella storia: non guida, non corregge, non perdona, non ama. L’immensità di Dio non ha per Qohelet nulla di rallegrante; meravigliosa in sé, resta pura impenetrabilità.
RispondiEliminaLui è nei cieli, e noi sulla terra. Dunque, poche parole.
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RispondiEliminadelle volte non è la conoscenza specifica a salvarci, ma l'intuito.
RispondiEliminaTutto ciò che è oltre il fisico sentire possiede un'anima profonda, io non ho paura dell'idea di Dio, temo semmai certe sue troppo spicciole e interessate interpretazioni. L'oste non è divino ma sempre una variante composita e insopportabile dell'umano. Anche accettando il pensiero aciutto e senza speranza di Pierluigi mi riesce difficile pensare ad una contrattazione con DIO. IL cielo non si contratta ci può solo essere regalato.
RispondiEliminaEnzorasi
Vero, il cielo non può essere contrattato, ma guadagnato! Un dono? D'accordo, ma il dono sottintende una logica sua, un percorso e coinvolgere nella comprensione di quella dimensione chiamata per-dono.
EliminaLasciando per un attimo il pensiero religioso; io credo che noi umani dobbiamo iniziare seriamente a cambiare il nostro pensiero e modo di fare. Una società livellata in verticale e non con quelle scale sociali che hanno rovinato il mondo.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Rivolgo nell'occasione un pensiero laico all'aspirazione ad un mondo migliore per tutti!
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