Abacuc 1, 13
Tu dagli occhi così puri
Che non puoi vedere il
male
E non puoi guardare
l’iniquità,
perché vedendo i malvagi
taci
mentre l’empio ingoia il
giusto?
Perché
questo tacere? Qual è il significato di questo rimanere muti? Che cosa passa
dentro un silenzio che non esprime raccoglimento, ma altro?
Una
persona tace quando rimane turbata nella propria sensibilità, quando cade nella
costernazione più disarmante davanti all’abisso delle malvagità umane. Anche Dio/Iod,
il Padre, colui che dopo il Diluvio si è ripromesso di non lasciare più che
l’umanità toccasse il fondo della perversione per evitare catastrofi, può
rimanere senza parole, e non è affatto un segno di impotenza. Quando allungo la
mano per risollevare il mio prossimo nel gesto del perdono e dopo tempo mi
accorgo che all’infuori di me, all’altro non è servito a nulla, per non cadere
vittima della passione della rabbia, non dell’ira, si apre il silenzio della
costernazione davanti all’immaturità umana, all’incapacità di comprendere, alla
totale indifferenza, quella che da voce all’ego e al mio (le mie ragioni, i
miei diritti, la mia giustizia etc…)
Dopo
le scempio di una quotidianità corrotta rimane a sconcertare l’abisso della
malvagità che gli uomini riescono ad aprire tra di loro e, di conseguenza, con
Dio stesso. Sono sempre brutali gli empi che ingoiano i giusti, gli orchi che
violentano l’innocenza. La Parola sollecita sempre in quello che non ci dice, perché
a parlare è il silenzio di Dio, il suo farsi mettere da parte lasciando scoperto
il baratro della libertà della quale si ciancia sempre troppo.
E
allora mi perdo in quel Tu dagli occhi così puri, gli occhi di Gesù su
questo mondo, il Suo sguardo nella Passione, uno sguardo che vede oltre, nella
speranza. E’ questo che domando di imparare lungo il mio cammino.
Grazie don Massimo per la proposta di riflessione buon pomeriggio ciao
RispondiEliminaGrazie per l'apprezzamento. Buona giornata e buon fine settimana
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