Oggi è stata dura, con la poesia, ma alla fine, dopo una singolar tenzone, sulla struttura di un mio vecchio componimento, è nata questa variazione che, oltre ai temi ben mitigati, dell'originale nulla possiede.
Basta! Mi rilascio nell’alito del mondo
senza fissi orizzonti, testardo toccando
nel tetro carcame, leva sulla cagnara pesta.
Capita, talora, d’incalzare il tribolante labaro
del caso così di carne e sangue far festa,
per perire nello scempio, sordo imprecando.
Quale contrappasso, muto fiacco ed amaro,
troppo si ciarla d’equilibrio e coscienza,
sragionando d’amore in pazzia e presenza.
è fantastica Massimo: complimenti sinceri!!!
RispondiEliminaGrazie, Luigi, questo si chiama incoraggiare in tutta sincerità. Buona giornata a te.
EliminaSono versi impressionanti! D'altronde, rispecchiano in larga misura questa realtà. E qualcuno potrebbe dire in toto.
RispondiEliminaSi, sono versi impressionanti ed era questo il mio intento.
EliminaBuona giornata.
Se ben comprendo, l' infelicità leopardiana, impallidisce. Un' onirica visione dell' Armageddon???
RispondiEliminaVersi molto attuali e reali.
RispondiEliminaehm ... io non ci ho capito niente!
RispondiElimina.. la parafrasi non c'è?
Non occorrono parafrasi quando il linguaggio sostiene se stesso. Prima di capire occorre ascoltare la musica della parole, poi si schiude la comprensione.
EliminaBuona notte.
Come sempre ottimo impasto fonico e lessico pungente. Ha un tocco di Sbarbaro, qui e li, il che è bene!
RispondiEliminacomplimenti.