lunedì 10 gennaio 2022

Le esigenze del Regno (provocazioni su Marco 1, 14-20)


Le esigenze del Regno e la dimensione della vocazione (provocazioni)

 

Lasciare subito. Non indugiare e mettersi in cammino come fatto da Maria e dai pastori.

Le esigenze del Regno, solo se ci si ferma ad una lettura superficiale sembrano rinviare alla fretta e, di conseguenza, al rischio di cadere nell’approssimazione e nella disattenzione. Nulla di più sbagliato.

Perché subito? Con questo avverbio di tempo che cosa mi vuole suggerire l’evangelista?

Subito, dal latino subitus, participio passato di sub-ire, andare sotto, sottostare, ma anche sopraggiungere. Come avverbio latino, d’improvviso.

Un’occasione deve essere colta (accolta) senza indugio alcuno. Non posso pensarci sopra troppo. Il rischio sarebbe quello di rimanere prigionieri di un’immaginazione non genuina.

Se l’occasione mi sollecita destandomi improvvisamente, subitus (è lo scopo delle parabole, quello di creare uno stupore forte fino al punto di provocare uno shock) devo seguire la libertà istintuale, una condizione che inviterebbe nell’immediato a fare spazio per accogliere.

Desidero andare oltre. La vocazione per il Regno immette nella dimensione dell’eterno presente dunque nella condizione di fare. Davanti a questa oggettività non esiste attaccamento che possa reggere (reti, barche, impresa, profitti, greggi, affetti, perfino pericoli, quelli ai quali si espose Maria seguendo la via alta dei monti per raggiungere la parente Elisabetta). Tutto si riassume nel sopraggiungere del nuovo e di fronte alla novità occorre maturare un’apertura feconda e genuina.

 

 

 

 

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