La spiaggia dal molo - foto Massimo Caccia |
Chissà
perché, ma uscendo dall’autostrada, mentre scendi i tornanti in direzione Spotorno
(dove incontri il bivio che conduce a Tosse), mi viene in mente Camillo Sbarbaro
e la sua collezione di licheni.
Penso alla poesia come alla risacca del
mare e io, rude uomo di montagna, così mi godo le onde che squassano la
battigia, naufrago di una dimensione che non sento più mia.
Questa mattina, col sole arrabbiato,
una ripida ascesa fino a punta Crena. Il folto dell’uliveto, i profumi intensi
ai quali il piccolo mondo delle consuetudini ti disabitua perché prevale il
piombo dell’inquinamento (o i pestiferi fumi di san Martino), rompono sul tedio
suggerito dalle anguste coordinate dentro le quali la quotidianità imprigiona.
Questo vuol dire esistere, perché le sensazioni forti ti sganciano dalla realtà
relativa per aprire nello Spirito.
La visione è un infinito abbraccio.
Spingo lo sguardo fino a capo Mele, oltre la baia di Alassio. La torre d’avvistamento
alle spalle. Davanti l’azzurro intenso del mare, sotto, infranto contro gli
scogli. Poi la spiaggia col molo di Varigotti. Le case coi tetti moreschi. Le
colline alle spalle e la neve sulle cime oltre l’entroterra di Albenga verso
Garessio e il Piemonte (sempre casa, anche se la mia dimora si situa sul confine,
sempre).
Per uno che non ama il mare, questo è
già tanto, quando riesco a lasciarmi andare. La vita scorre, d’accordo, ma è in
questi momenti che riesci a fermarla quanto basta per assaporarne la discreta
bellezza.
Tutte le foto sono di mia proprietà - Massimo Caccia
Bellissima descrizione della "mia" Liguria. Mi viene in mente Francesco Biamonti. Buona giornata.
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