domenica 25 novembre 2012

Sulle ultime parole di Ludwig Wittgenstein

Dite a tutti che ho avuto una vita meravigliosa!

Ludwig Wittgenstein immagine dal web)
Quando una vita la posso considerare meravigliosa? Quando cedo al thauma e mi lascio condurre. 
Quando m'immergo nella meraviglia, ovvero: lo stupore, lo sconcerto di fronte alle cose, all'universo mondo, poi  l’orrore per l’ingiustizia. Tutto quanto possiamo cogliere con un solo respiro, anche quanto ci investe opponendosi al nostro faticoso pensare e divenire.

venerdì 23 novembre 2012

Arma virumque cano


Ti attendo.
Buio, di fuori,
finestre chiuse occhi ciechi
nell’intrico di celle
che chiudono l’intimo
della dimora.

Il pio Enea, chissà perché?
Il mare urlante di legni
squassati, l’oscuro metallo.
Meglio le api, per il Poeta,
e a noi cosa rimane,
se non tempo sospeso?

Ricado sul libro
percosso dal ritmo
l’esametro suona
cavalli al galoppo.
Lavinia dai boschi atri,
tu finalmente esci!

I libri dei poeti

libreria - immagine dal web


Perché non si trovano i libri dei poeti?
Perché non fanno mercato, come si dice,
e nelle enormi librerie catene di smontaggio
danno bella mostra quelli dei premiati e vinti.
Se poi li cerchi, le commesse, paludate grazie,
ti guardan storto, quasi fossi cariatide e telamone,
stanco di sgobbare templi che ormai pochi
osano percorrere, perché il silenzio uccide,
se non sei avvezzo all'oracolo che berciando
spasima umane contorsioni d’infinito.

E ancora. Se qualcuno scopre che li leggi, i poeti,
fa la bocca storta quando mancano topten
e cose varie, promozioni per l’estate,
ugge modaiole, il nume del momento
e allora, già lo sai: ubi maior, minor cessat!
Sono troppo bambini, i poeti, lo capisci?
Ancora stupiscono per le burrasche interiori,
anche se l’industria stride nelle orecchie
metallo e fuoco, e gli accordi delle sensazioni
ricercano armonie vive nelle lingue morte.

E allora? Lo share non fa poesia! Impariamolo.
Questo è un mondo che ti massacra, un mondo
Tritacarne che impasta ignavi d’ogni specie
e t’insacca nel cervello quel che devi sapere,
poco, infarcendolo d’illusioni e roba varia.

Il libri dei poeti…forse paglia, carta straccia.
Per non parlar dei libri dei filosofi, quelli
che tutti citano, ma che nessuno legge
poiché postulano lo smazzarsi delle mente,
ma questa è un’altra storia. Senza offesa, gente!

martedì 20 novembre 2012

Sepolcri vuoti...


Sepolcri vuoti sull’orizzonte
disgiunto, bianchi di calce
stringono il mondo ai vivi
coloro che morti smontano
l’impervia scala.

L’angelo frantuma l’indugio,
appiglia la tromba, sbuffa
nell’ottone l’alito dell’origine,
così frana il riparo del nulla
in me, in te, ovunque nell’orbe.

Non so niente dell’immane
boato, di quando il mare abusa
la terra e nella spuma disperde
il seme antico e le secche del cuore
costano albe e tramonti.

Quello che so è scritto sul vento,
sull’acero rosso, nel turbine spento
improvviso che innalza polvere
e nebbia e imbroglia la sera,
quella fatta di poco e d’attesa.

lunedì 19 novembre 2012

Note critiche su "Ex Silentio"

Torno a proporre il mio recente ebook scaricabile liberamente da La Recherche, per chi ancora non avesse approfittato di questa libera opportunità. La rivista on line La Recherche offre competenza e attenzione oltre che un  progetto di editoria elettronica veramente interessante.

Inoltre, segnalo una nota critica firmata da Ettore Fobo che centra appieno i temi trattati attraverso la mia ricerca poetica attraverso una lettura lucida e profonda. Quando il lavoro critico viene svolto con accuratezza e disinteresse, la libertà di interpretazione che ne consegue, riesce a riconoscere la verità che compete ai testi sottoposti ad esame.

L'articolo in questione lo trovate su Strani Giorni, il blog curato dall'autore, fonte di interessanti riflessioni critiche e letterarie degno di tutto rispetto.

sabato 17 novembre 2012

aforisma del sabato (filosofo del secolo scorso)


Anche nella morte che si respira naufraghi dell’illusione, emerge prepotente il richiamo dello Spirito. Questo si manifesta nella fermezza dell’io mi ribello, dunque sono e, conseguentemente lotto.

mercoledì 14 novembre 2012

Ubiquitas

Orta san Giulio (immagine dal web)


Oggi non riesco a leggere poesia!
Ad essere sinceri, non lo faccio tutti i giorni.
Non rileggo sempre nemmeno le mie, poesie.
Cosa strana, quella che mi passa dentro adesso:
rifuggo un mondo per un altro,
smonto piani d’esistenza, analizzo
quanto più possibile. Dopo?
Mi ritrovo con pezzi sparsi ovunque,
annoiato per l’unitile fatica.
Disilluso! Questo con matematica certezza.

Ora cos’accade? Nella miriade di associazioni
che la mente mi combina,
sono ad Orta in piazza Ragazzoni, fermo
a guardare il lago, a bere l’autunno sui monti
sorbendo un cappuccio al tavolino d’un caffè.
Cosa m’importa se l’umidità spessa
m’inzuppa fino alle ossa. L’isola di fronte,
la Madonna del Sasso sopra la sua rupe,
Pella oltre lo specchio d’acque profonde…
sono ovunque, se lo voglio!

sabato 10 novembre 2012

Pazienza



Rintocchi lontani
pestano
l’uggia del presente,

pochi i respiri,
gli affanni,
l’odio inclemente,

mentre lente
scendono
maschere d’indifferenza.

Il gioco della pazienza
richiede attenzione
e costanza.

sabato 3 novembre 2012

2 novembre


Il sole non s’addice
staccato in cielo, oggi:
sgela il cemento

intristisce i fiori
asciuga le cripte
invase dai vivi.

Ovunque il chiasso
sull’oltre schiarito
e dentro sconfesso

ogni mostra del fuori
evitando il decesso
preferendo i bagliori!

venerdì 2 novembre 2012

Cartesio docet!

Il rifiuto della cultura umanistica? Dopo una lettura di Lodoli.

immagine dal web

Non so' perché, ma dopo aver letto questo articolo di Marco Lodoli (qui) ho pensato a Fahrenheit 451. Le giovani generazioni non sanno che cosa farsene di Dante, Petrarca, Raffaello, Giotto, Fellini, Visconti etc...? Rifuggono la filosofia, la storia?
Ai miei tempi non è che fosse diverso e se faccio un veloce conto, nella mia classe delle medie, una volta giunti al termine, quelli che hanno continuato gli studi, si contavano su una mano (eravamo 27, in III nel lontano 1978). E tra noi, quelli bravi, quelli da tutte le scuole, non è che le passioni fossero così accese!
Di Marco Lodoli ho letto qualcosa e non mi sono entusiasmato (come insegnante), ma questo è personale, non conta. Quello che mi preoccupa è la sua drasticità. Non interessa più niente, allora fa schifo! Bruciamolo, buttiamolo in cantina.
L'articolo è interessante, utile per un'indagine di mercato, ma con un limite: l'umano dei giovani, il loro profondo, si contatta solo attraverso quel profondo collettivo che è la cultura, magari smerciandola attraverso altre metodologie.
Ecco perché il film di Truffaut! Anche in un mondo futuribile, possibile, apocalittico, quando i libri (per la gioia di tanti) verranno banditi e bruciati in singolari pubblici autodafè, qualcuno che proverà il prurito della lettura magari mosso solo da superficiale curiosità, aprirà, rischiando la vita, un volume qualsiasi, e comincerà a leggere.
Sopra ho scritto che si tratta di una questione di metodo. Come finisce il film? Ogni persona mette a memoria un libro e si presenta col titolo del libro, stesso, non più impiegando il proprio nome e cognome. Bellissimo! Dietro ogni pagina scritta, si nasconde un essere umano dunque, l'umanità come categoria universale (eccola la filosofia tanto vituperata) e profonda, collettiva. Nei meandri dell'interiorità si nasconde e germina lo spirito, quello che ci contraddistingue nell'universo intero (finale di Intelligenza artificiale di Spielberg), quello che pure i tanto famigerati alieni ci dovrebbero invidiare.
Cosa insegnare a scuola? Raccontare noi stessi, se abbiamo vissuto. Impiegando il filtro dell'esistere. Usando il vaglio della quotidianità, dei problemi e dei drammi non temendo di sbattere contro il tragico del mondo. E dopo, attraverso di noi, spendere quel patrimonio umanizzante che si chiama cultura, attraverso la quale ricercare e rileggere il tempo recuperando il senso laddove rimane possibile.
E' questione di metodo! Cartesio docet.

giovedì 1 novembre 2012

Di sera



- Di nuovo sera! –
sussurra una voce
ancora si spera

e guizza il muscolo
del cuore
poi acqua, rivolo

scroscio d’umore
quando i cieli
smuntano storie

di crepuscoli blandi,
tenerezze molli
paesaggi profondi.