martedì 20 novembre 2012

Sepolcri vuoti...


Sepolcri vuoti sull’orizzonte
disgiunto, bianchi di calce
stringono il mondo ai vivi
coloro che morti smontano
l’impervia scala.

L’angelo frantuma l’indugio,
appiglia la tromba, sbuffa
nell’ottone l’alito dell’origine,
così frana il riparo del nulla
in me, in te, ovunque nell’orbe.

Non so niente dell’immane
boato, di quando il mare abusa
la terra e nella spuma disperde
il seme antico e le secche del cuore
costano albe e tramonti.

Quello che so è scritto sul vento,
sull’acero rosso, nel turbine spento
improvviso che innalza polvere
e nebbia e imbroglia la sera,
quella fatta di poco e d’attesa.

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