sabato 28 aprile 2012

Notturno poetico


Ho letto troppe poesie degli altri. Mi sono nutrito di sogni privati,
- ladro fottuto e infingardo - ma anche di qualcuno dei miei, una volta
sfuggiti alle tenaglie della ragione. E cosa me ne faccio di tutta questa onirica indigestione?
Perché stare male? Ingolfato d’ingordigia, non posso costruire molto. E poetare?
Immane immensa pretesa! Maledetta presunzione che…
Il mondo attorno è un veleno lento. Una sospensione d’indifferenza
che disgrega le strutture di rime d’ogni genere e specie.
Penso a serventesi che mai comporrò, se non mi scrollerò d’addosso questa nera apatia.
E come posso dire io, che ho fatto incetta d’emozioni mie e di altri?
Con prudenza estrema dovrò raccattare le  mie povere masserizie e dileguarmi nella notte.
Chissà che una sana scarpinata non mi rimetta in sesto?
Proverò! Per ora raccolgo briciole, e qualche laido sputacchio. Non importa!
Anche un semplice gesto infrange la monotonia della consuetudine.
Non amo il conformismo abbietto di coloro che non s’espongono per gridare
il rovello dell’ingiustizia…ma è notte! Qualcuno reclama per il chiasso del mio partire.
Qualcuno…il sonno che scende e livella ogni anelito…il sonno non è per me, ora!

Muovi un passo dietro l’altro…con calma, lentamente…

1 commento:

  1. E se non e' grande - magari anche corrusca - vena poetica la tua, quale mai potrà essere?

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