Notte di sogno incubo afflosciato
stanco,
fisso il rumore del cielo grumoso
di caldo.
Non è il tamburo del temporale
lontano,
forse il cuore che bussa il
richiamo roco
nelle ombre cangianti del sonno
strozzato.
Fuori, un manto d’ombra schiaccia
sul vuoto
mentre io m’accorgo del doppio
accovacciato
accanto al letto che scruta le
mie membra
sudate. Chi sono, nello specchio
rifratto,
nell’intrigo rosso di segmenti
esistenziali?
L’io impoetico che si sbatte
disperso
tra carte sdrucite e strappate
nell’urlo
dell’oggi assemblato da mani
impietose?
Oppure quel lui ingessato
nell’aria da savant,
ma condannato ad insozzarsi
nell’opporsi
del mondo paludoso d’attriti e
contrari?
Mi ricongiungo nell’amplesso, io
tu molti,
traccia di materia oscura
sostanza di luce:
qualcuno, lontano, cerca con
spari d’abbattere
il diverso, per questo m’accingo
alla cerca
della molteplice identità del
mistero sublime.
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RispondiEliminaCiao Massimo...grazie per essere passato da me...
RispondiEliminaComponimento stupendo...come sempre!
bellissimo passo
"...condannato ad insozzarsi nell’opporsi
del mondo paludoso d’attriti e contrari?..."
Ciao.
il molteplice implica diversità dentro sè...
RispondiEliminaSento un desiderio di ricerca.
Uno nessuno centomila.
RispondiElimina.... il mistero sublime.
RispondiEliminaE' un sublime mistero il suo esistere
Grandi interrogativi nei tuoi versi.
RispondiEliminaSerena notte a presto.
Quando anche il sesso scivola nell'angoscia!
RispondiEliminaPoesia aperta a molteplici suggestioni esistenziali....
RispondiEliminaUna palestra del pensiero, questo mi appare, al primo impatto, il tuo blog. I miei complimenti e... per ora leggo
RispondiEliminaun saluto Nina