Fu sera e fu mattina,
si può leggere
Nel mito antico e nel
tempo scandito,
nel solco d’un giorno
qualunque speso.
Che cosa sono adesso
qui, spalmato
Nell’attesa che
transiti il banale,
che sfoghi il temporale
nell’elettrico
tripudio quando il
tempo degli abbracci
smorza l’ansia dell’essere
all’altezza?
Questo cielo strangolato
dai pappi,
manna pagana, pegno
delle Erinni
m’invita all’adunanza
dell’occaso.
Fermo, m’impongo! Sono
ancora poche
le rondini che venerano
guglie
e campanili: devo fare
memoria
di come sanno trovare l’indizio
per non smarrire la strada
di casa.
Bella, tanto
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