Ruggito roco d’immaginazione
tradita sorte di dadi gettati
sul calpestio polveroso e sozzo,
per omissione d’infamia mi spezzo
le unghie per strapparmi via dal
ventre
squame d’insensibile vivere
sommerso.
Oltre il giusto del cerchio si
ritrova
il quesito che interroga il
tranquillo
decedere del tempo.
Rosso sangue
sono sempre i tramonti per chi
giura
guerra al destino: basta una
rapina
ai danni degl’idoli incrudeliti
dal furto antico del fuoco,
coscienti
che l’industria consuma spazio
sacro
all’esercizio della vita
semplice.
Che il nostro peccato originale stia nell'aver rubato il fuoco?
RispondiEliminaBella questione, Alberto. Senza voler apparire pedante, è da sempre che me la pongo anche se, qualcuno, in origine, s'è lasciato derubare!
EliminaBuon fine settimana
Ciao Massimo, l'umanità non sa giocare a scacchi, agisce senza esser in grado di prevedere le conseguenze delle sue mosse, immagina la sua grandezza e ignora la sua incapacità!
RispondiEliminaBuona domenica!
vale la pena però lasciare per strada brandelli di carne per cercare l'incanto della verità!!!
RispondiEliminaBuona domenica di Pentecoste
Una scrittura quasi gotica per profondi, civili sentimenti contemporanei.
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