lunedì 19 giugno 2023

Memoria Passionis: alcune brevi reazioni

‘Chi mi è vicino è vicino al fuoco. Chi mi è lontano, è lontano dal Regno di Dio’ (Vangelo di Tommaso, loghion 82)

Il Vangelo è fuoco. Infiamma e brucia senza consumare. Quando sale dal profondo scuote le membra ridestandole dal torpore dell’abitudine, È il tormento che vale la pena vivere. Il grigiore della quotidianità e le comodità dell’abitudine rimangono erose dalla forza di parole che scrivono nella carne la Verità della conversione. Mi domando perché ci ostiniamo nella pretesa di addomesticare il messaggio rivoluzionario di Gesù di Nazaret? Perché facciamo così fatica a riconoscerlo come il Cristo di Dio?

            Il Vangelo brucia. Il Vangelo espone al pericolo, ma meglio correre questo rischio piuttosto che rinnegare e tradire la Parola scadendo nel disimpegno solo per piacere del politicamente corretto e del ‘si è sempre fatto così’. Come il fuoco brucerà il ceppo, non lo posso prevedere.

 

‘Nel corso di questo metter da parte il Cristo pericoloso sorge un cristianesimo – e non lo dico come denuncia, ma con un velo di dolore e perplessità – sorge un cristianesimo simile ad una religione borghese della patria (Heimatreligion), libera dal pericolo, ma anche dalla consolazione. Perché un cristianesimo innocuo e non minaccioso non consola’ Johann Baptist Metz, Memoria Passionis, pag 136.

 

Il problema è che il principio di questo mettere da parte comincia sempre dentro la chiesa stessa quando cessa di essere Chiesa di Cristo, dunque il suo Corpo. Una chiesa da televisione, da facciata, nazional popolare, da strapaese, sempre pronta al compromesso pur di garantirsi un potere, distratta dalla sete di redenzione, attenta alle povertà per convenienza partitocratica, non annuncia più il fuoco del Vangelo. Solo un forte esercizio della consapevolezza e una seria ricerca nella spiritualità può aiutare a vivere le fiamme ardenti della predicazione e diffondere nell’etere ammorbato della contemporaneità il sano contagio della Parola. Facciamo memoria della Passione non con sentimentalismi nostalgici o retoriche esumazioni tradizionaliste, ma lasciandoci possedere dal Signore della Vita, Colui che rende nuove tutte le cose.

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