giovedì 22 giugno 2023

Vagabondi del desiderio

Ecco una sfida. Essere vagabondi del desiderio, come ha scritto Michel de Certeau. Espressione suggestiva e stimolante, se mi rendo disponibile alla riflessione e non mi soffermo sulle prime impressioni. I cristiani dovrebbero divenire vagabondi del desiderio. Bello. Il vagabondare permette di vivere senza confini, di assaporare la dimensione planetaria della vita, di sperimentare la libertà nello Spirito. Il pericolo è che potrebbero risuonare come frasi fatte o slogan per vendere una settimana full immersion utile  allo sviluppo del proprio potenziale umano. Il Vagabondo del desiderio per eccellenza, nell’ispirazione di de Certeau, è Gesù di Nazaret. Il Vangelo non ha nulla di commerciale, anche se talvolta lo riduciamo ad una proposta che deve allettare. Non è questione di marketing, e l’ho già anche scritto. Non è nemmeno una proposta, ma uno stile di vita, una chiamata all’impegno del cammino con un riferimento inequivocabile: il Risorto.

Per meglio rendere lo spessore delle affermazioni, rielaboro alcuni spunti tra da un articolo di Christian Bauer pubblicato sul sito Leggere i segni dei tempi curato da don Paolo Zambaldi. De Certeau suggerisce come un vagabondo del desiderio può accompagnare gli altri lungo un cammino di fede. Il vagabondo è mosso da Gesù, ispirato da Lui come guida nella ricerca di una vita buona e positiva educandolo alla bellezza del Vangelo come risorsa che promuove al Bene dell’esistenza in questo mondo. Questa dovrebbe essere pensata come una vera e propria ricerca mistagogica rivolta all’esterno, un cammino di scoperta vocazionale esigente, come esigente dovrà essere la Chiesa dei prossimo anni e una teologia rinnovata nella serietà e nell’impegno.

 

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