venerdì 28 settembre 2012

Limes


Io, separato dagli altri per un compito,
malato di consapevolezza, studio il mondo
infetto e tutte quelle insidie che bucano
l’attesa del cammino. A quando il tempo
giusto, l’opportunità disvelata nel formicolare
dove l’opera confonde nell’industria?

L’ultima visita al cronicario, dopo il commiato
un cero ai poveri morti, lo sguardo estremo
in cerchio con l’orecchio sordo al clangore:
tutti s’ammazzano! Come possono sentire
dio sopra la sirena cupa dello sterminio?
Sono proprio alla fine, se ho preferito
non portare nulla con me, ma messo a memoria
una sola poesia da intonare lungo il viaggio.

Saranno i passi a decifrare la mappa,
le vie dei canti, laddove tutto ha un’anima,
anche l’insegna arrugginita e divelta dal vento.
Sarò solo?  Con te? Con i figli? La tua, loro libertà
mi preoccupa, ma so che con voi non rimane
che giocare la carta del richiamo alla veglia.


4 commenti:

  1. Quanti spunti offre questa profondissima poesia, da centellinare poco per volta! Il più prezioso: "una sola poesia da intonare lungo il viaggio" - null'altro serve, purché ci resti la memoria...

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  2. L'ho letta una prima volta, cercando di seguire il filo del pensiero che la sottende. L'ho riletta ad alta voce seguendo semplicemente il suo ritmo e gustandone le forti suggestioni...

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  3. Come se avessi visto scorrere l'ultimo secolo di atroce storia!

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