sabato 26 maggio 2012

Il male immaginare (quando non è fantasia)


Ruggito roco d’immaginazione
tradita sorte di dadi gettati
sul calpestio polveroso e sozzo,
per omissione d’infamia mi spezzo
le unghie per strapparmi via dal ventre
squame d’insensibile vivere sommerso.
Oltre il giusto del cerchio si ritrova
il quesito che interroga il tranquillo
decedere del tempo.
                                  Rosso sangue
sono sempre i tramonti per chi giura
guerra al destino: basta una rapina
ai danni degl’idoli incrudeliti
dal furto antico del fuoco, coscienti
che l’industria consuma spazio sacro
all’esercizio della vita semplice.


5 commenti:

  1. Che il nostro peccato originale stia nell'aver rubato il fuoco?

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    1. Bella questione, Alberto. Senza voler apparire pedante, è da sempre che me la pongo anche se, qualcuno, in origine, s'è lasciato derubare!
      Buon fine settimana

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  2. Ciao Massimo, l'umanità non sa giocare a scacchi, agisce senza esser in grado di prevedere le conseguenze delle sue mosse, immagina la sua grandezza e ignora la sua incapacità!
    Buona domenica!

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  3. vale la pena però lasciare per strada brandelli di carne per cercare l'incanto della verità!!!
    Buona domenica di Pentecoste

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  4. Una scrittura quasi gotica per profondi, civili sentimenti contemporanei.

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