mercoledì 8 giugno 2011

...giorni di pioggia...

Un'insolito giugno, verrebbe da dire. Forse è insolita la mia incapacità d'adattarmi a quanto di esteriore mi circonda per evitarte che ogni mutamento, climatico e non, si porti via, spesso, copiosa parte della mia presenza : quel buono di me che potrei trattenere.
La prima cosa che cerco di fare è di rintracciare in ogni occasione (attimo che di si voglia anche se c'è, filosoficamnete parlando, differenza) un'espediente letterario, insomma: la scusa per raccontare e raccontarmi, la ragione per scrivere.
La scrittura è vita. Grossa affermazione, d'accordo. Non basta pensarla o scriverla, sempre l'affermazione che, come pensiero ha la velocità d'un fulmine: occorre viverla sulla propria pelle, necessita lasciare che s'incarni, per poterne gustare appieno tutta la verità.
Questo ampolloso sproloquio, chiedo venia, per introdurre un fatto non così raro, per me.

La scuola è agli sgoccioli e, come da consumato copione, anche l'ultimo minuto dell'ultimo giorno diventa tempo utile per "metterci una pezza" sopra i buchi che si spalancano nelle lacune didattiche di troppi.
Verifica. Una classe terza. Per tutta la mattina le cateratte sono rimaste aperte. Acqua ovunque. Mezzogiorno, uno squarcio improvviso. E' stato siffuciente uno sguardo fuori dalle finestre per contemplare un miracolo, infinitesimo, certo, ma pur sempre tale. L'intera corona delle alpi è apparsa dalla caligine. Uno spettacolo fuggevole, etereo, ma sconvolgente, nel magma reboante della quotidianità.
Prospettive e scempi urbanistico-architettonici permettendo, una merletto bianco dalla cima del Monviso al Monte Rosa e, uscendo nel corridoio, fino a Grigna e Resegone (in lombardo parlare: Manzoni semper docet). La neve di giugno è tornata anche alle basse quote. La stessa corona di monti che, secondo alcuni storici locali, avrebbe contemplato dalle nostre campagne Annibale, prima di sconfiggere i Romani sul Ticino.
Mentre gli alunni, a capo chino, s'attorcigliavano sulle domande a risposta aperta e chiusa, in un istante, ho scritto quanto segue.

Guardo fuori, dall’alto.
Algidi monti, distante solitudine,
mattina rosa di luce tagliente.
Attorno lavorano i ragazzi
nella finzione del quotidiano impegno.
Dopo un istante scosso da smarrimento
torno a contemplare nell’oltre.
Tetti rossi, selva di ritorte antenne,
brezza tra gli alberi, qualche ramo spezzato
Riconosco vette che ho asceso,
sentieri remoti, larici acuti nel cielo terso,
roccia, neve, ghiaccio: smarrirsi nel folto
mentre un temporale tormenta i pascoli
e gli scrosci battono i contorti rododendri.
Il volo chiude troppo repentino
mentre amareggiato mi ritrovo.

Duro lavoro quello del poeta
ormai smarrito tra burocratiche occupazioni
quando le sudate gualcite carte
a null’altro servono se non a complicare
la già pesante quotidianità degli affanni.

  Mi si perdoni per l'autoincoronazione con l'altisonante ed abusato titolo di poeta.




11 commenti:

  1. Non è altisonante definirsi poeta, quando è chiaro che la poesia è dentro di te. E sai, pure esternarla così bene.
    Grazie Massimo, speriamo che giugno ci porti di nuovo all'estate, quella estate che aspettiamo tutto l'anno.
    Buona giornata!
    Lara

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  2. tuto cio' che statorisce dal proprio animo e' arte

    se per gli altri no! amen, almeno per te
    ciao Michele pianetatempolibero

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  3. Massimo, visto che non vuoi autoincoronarti, sono io che ti incorono. Il testo è molto bello e mi chiedo se non petresti pubblicare un libro delle tue poesie. Se l'hai già fatto mandami gli estremi e la prima volta che torno in Italia me lo acquisto. Buona giornata.
    La mia mail: naldorielio42@gmail.com

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  4. Ciao Massimo,bello il tuo testo,e belle e intense le poesie sotto,complimenti.

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  5. Chi la scrittura l'ha dentro non può far nulla per arrestarla. E capita che scappi fuori anche nei momenti più impensati... anche mentre gli studenti fanno il compito in classe!

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  6. Grazie!
    Mi son rivista, nella tua situazione, solo due anni fa.
    I tuoi alunni sono sicuramente fortunati: chissà quante volte hanno insieme a te accantonato "il compito" per ammirare ciò che i rettangoli delle finestre a volte miracolosamente lasciano intravedere....
    Sandra
    del blog "LASANDRAMACCA"

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  7. Ciao. Ho scoperto solo stasera il tuo blog. Mi piace molto ciò che scrivi e come lo scrivi...Tornerò a trovarti.

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  8. potevano starci anche ...

    volan come fringuelli
    aerei lucidi e belli
    da Cameri partiti interi
    che tornino lo speri
    vanno a Sud come cicogne
    dicono è pace, ma sono rogne

    si lo so che come poeta faccio schifo, era solo una verifica...
    vai per caso a la Magdaleine a far foto o forse a Torgnon? Magari è ... Domodossola e ho solo sbagliato strada.

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  9. Ciao Massimo, anzitutto grazie del commento da me.
    Ti si legge molto volentieri, il tuo è uno scrivere fluido, oserei dire musicale (più confacente alla mia natura).
    Ritornerò.
    Un caro saluto.

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  10. Essere poeti è un dono,un po'fuori dal tempo,ma un significativo dono per se stessi e per gli altri.
    Chi abita in provincia di Novara ha il vantaggio della catena di monti che si vede ogni giorno di bel tempo,del mare delle risaie,dei laghi.
    Ed anche la nebbia, a modo suo...

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