lunedì 23 aprile 2012

Letteratura e Resistenza (25 aprile 2012)

Davanti al pericolo di un becero revisionismo storico, non posso fare altro che lasciar parlare il sangue partigiano che mi scorre nelle vene. Lo dico con orgoglio: mio nonno paterno fece parte del CLN. 
Fin da ragazzino venni educato ad un sano antifascismo e preparato ad affrontare il mondo, non solo attraverso ricordi e racconti, ma sulla base di accorte indicazioni letterarie. Il nonno fu artefice di questa mia iniziazione, lui, dall'alto della sua VI elementare e qualifica da capomastro, ma padrone di un'invidiabile biblioteca. Lui, convinto delle sue scelte e delle responsabilità assunte. La notte, rubava tempo al sonno per leggere, litigando spesso con la nonna per lo spreco di luce. Devo a lui la scoperta del genio letterario russo, del positivismo francese, della filosofia (si lesse Nietzsche, Voltaire, Kant), del pensiero politico, quello autentico e presto tradito dalla neonata repubblica (la prima, s'intende e forse l'unica, visto l'abortito tentativo di inaugurarne una seconda).
Pietro Chiodi (immagine dal web)
Alla vigilia di questo 25 aprile, voglio indicare un libro poco conosciuto, ma fondamentale: Banditi,  di Pietro Chiodi (1915 - 1970). Il testo, oggi, è introvabile se non andando a spulciare nelle librerie antiquarie o in qualche fornita biblioteca. L'ultima edizione pubblicata per i tipi di Einaudi risale al 2002 ed è esaurita da tempo. La copia in mio possesso, l'ho dovuta far arrivare dall'Inghilterra, acquistandola presso una libreria antiquaria formidabile per catalogo e cortesia nel servizio (l'ho ricevuto per posta aerea in nemmeno una settimana e senza spese di spedizione!).

Pietro Chiodi è una figura fondamentale nel panorama dell'antifascismo piemontese e della resistenza nelle Langhe. Fu professore e filosofo. Forse conosciuto maggiormente perché insegnante di Beppe Fenoglio al "Liceo-Ginnasio Govone di Alba".
Fino a qualche anno fa, la sua traduzione di Essere e tempo di Martin Heidegger era l'unica disponibile in italiano (sopra quella ho preparato i miei esami universitari).
Immagine dal web

Banditi non è un romanzo, ma un crudo resoconto, un diario partigiano. La prosa è scarna. Essenziale. Nuda, ma diretta e tremendamente efficace. Per coloro che volessero avvicinare opere come Il partigiano Johnny, potrebbe essere un'ottima lettura d'introduzione. 
I protagonisti della narrazione sono reali. Uomini moralmente cresciuti, esseri umani seri e consapevoli di lottare per la libertà. Per capire bastino alcune veloci citazioni laddove Chiodi presenta la figura dell'amico e collega Leonardo Cocito.

"Oggi Cocito ed io abbiamo prestato giuramento. Cocito chiede serio prima di giurare: - E' necessario per avere lo stipendio? [...] Cocito incomincia a leggere senza tirare il fiato tutto ciò che c'è scritto sul verbale: numero di protocollo, articolo tal dei tali ecc...[...] e alla fine dice: - Scusate, ho voluto bere il calice fino alla feccia".

"Ieri sera è venuto uno studente a chiedere i discorsi di Mussolini. Cocito l'ha guardato serio e poi gli ha detto: - Non hai letto il regolamento? Ci sta scritto che è proibito dare ai giovani libri osceni". 

Mi rendo conto che si tratta solo di parole, ma le parole possono più delle armi, quando corrono libere. Le parole spargono opinione e verità, non sangue.
Sono solo idee, poche. Eppure, quando cominciano a circolare, anche se qualcuno tenta di soffocarle, iniziano a crescere. Invitano ad una presa d'atto nei confronti della realtà che stiamo subendo.

Abbiamo bisogno di questo. Di cultura.

Solo l'incubo dell'ignoranza dettata dalla paura per la verità, può suggerire l'insano proposito di soffocare ogni anelito alla festa ed all'esercizio della memoria.

Buon 25 aprile, Festa della Liberazione (ora e sempre)






11 commenti:

  1. Interessantissimo, grazie per la preziosa segnalazione.
    Sono in ritardo ma ci sarebbero moltissimi spunti di riflessione e cose da dire , riguardo a questo tuo scritto sulla resistenza, sul fascismo, sull'importanza della cultura vista come salvezza.
    Lessi un libro molto bello su questo tema, un romanzo., solo che non ricordo il nome dell'autore,si tratta di "Il dolore Perfetto", racconta la saga di una famiglia a partire dalla fine dell'ottocento, attraverso la storia di un maestro elementare in un paesino dove la cultura era ben scarsa, anzi, erano tutti analfabeti. Per finire ai tempi del fascismo e alla sua devastazione oltre che fisica ,sopratutto morale ed ideologica.
    Mio padre al ginnasio appese un cartello antifascista, la notte stessa spararono sotto alle sue finestre e colpirono la sorella..e di storie sul fascismo ce ne sarebbero molte, troppe.Il tuo post è da leggere e rileggere riflettendo molto.

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  2. Continuo a pensare che se avessimo una cultura maggiore, saremmo tutti più liberi.
    E tu lo confermi egregiamente.
    Grazie Massimo e buon 25 aprile ora e sempre!
    Ciao,
    Lara

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  3. Mi chiedo quanti diplomati o laureati abbiano letto Nietzsche, Voltaire, Kant o testi di letteratura russa. Forse oggi c'è un maggior livello culturale, nel senso che ci sono in giro molti più titoli di studio, ma la cultura vera è un'altra cosa. E' quella che manca al nostro paese allo sbaraglio non solo economicamente. Una conoscenza del nostro passato è anche importante per fare memoria di ciò che siamo e come siamo arrivati ad esserlo, per essere sempre costruttori di pace e di unità. Ti ringrazio per la presentazione di questo autore a me sconosciuto. ciao e buon 25 aprile a te ed a tutti gli italiani, che sia una buona occasione per riscoprire i valori democratici e della resistenza ed attuarli nei confronti dei vecchi e nuovi fascismi

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  4. Potrei quotare i commenti delle due bloggers gentili blogger Lara e Rita, tanto sono affini ai miei sentimenti e al mio pensiero in questa materia.
    A te, dico: chapeau!!! per discendere da tanto nobiltà di persone.
    Buon 25 Aprile.

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  5. Qualcuno ha ripreso questo tuo articolo. Per non ripetere con le stesse parole il mio vivo apprezzamento mi permetto di mandare un abbraccio ideale alla figura di tuo nonno. Invero, i valori più profondi della Resistenza, essendo sostanziati di pace libertà e diritti, sono un'alta manifestazione della migliore cultura dell'umanità.

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  6. Mai dimenticare l'orrore...

    Buon 25 aprile!

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  7. Grazie Massimo per questo tuo post. Sono nata nel dopoguerra ma la mia infanzia è stata costellata dei racconti di chi la Resistenza l'ha vissuta e di letture sull'argomento. Un argomento che mi coinvolge moltissimo.
    Buon 25 aprile!

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  8. Ciao Massimo, "uomini moralmente cresciuti", è una bella definizione che rimescola lo spirito umano un po' appiattito e invita alla ricerca di un'evoluzione interiore!
    Buona Festa della Liberazione a te e famiglia!

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  9. Rimanendo ancora in tema, nel mio ultimo post parlo del pericolo censura.

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  10. Davvero abbiamo bisogno di cultura. Fino a sanguinare.

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